Dove andare, cosa vedere, dove mangiare, dove trovare i prodotti tipici: i consigli per una perfetta gita tra montagne, valli e laghi.
Ristoranti e locali tipici dove tradizione e creatività culinaria si sposano per esaltare la qualità dei prodotti locali e creare esperienze di degustazione.
La ricettività, i B&B e tutte le strutture di accoglienza di un territorio che fa del turismo una delle sue risorse più importanti.
Ricette, preparazioni, piatti tipici, tradizionali: il piacere di scoprire, riscoprire e condividere i sapori che raccontano la nostra storia.
Le eccellenze del territorio presentate attraverso il racconto delle loro origini e del loro contesto per apprezzarle al meglio.
Natura, cibo, animali, benessere: sono tante le mete agrituristiche del nostro territorio, tutte da scoprire!
Tutto il bello e il buono della regione insubrica: EATSUBRIA è il punto di riferimento per il buon cibo e per tutti i prodotti e servizi che meglio rappresentano il territorio insubre. Con le nostre attività editoriali vogliamo presentare e mantenere aggiornato il panorama di realtà e di persone che con il loro lavoro valorizzano la cultura agroalimentare, enogastronomica, produttiva, ricettiva e turistica di questo territorio.
La definizione del territorio che fa parte della "Regione Insubrica"
L'Insubria è la regione storica con cui viene designato il territorio abitato nell'antichità dagli INSUBRI, popolazione stanziatasi in epoca protostorica (dal 1200 al 400 a.C. circa). L'area geografica di riferimento identifica il territorio cisalpino dei laghi lombardi e si estende dal Canton Ticino a nord sino al Pavese a sud, e dal fiume Sesia a est fino alla provincia di Lecco ad ovest.
L'area più ristretta che tradizionalmente viene identificata è quella che comprende le provincie di Varese, Como, Lecco e Sondrio, il Canton Ticino e i Grigioni, le provincie del Verbano-Cusio-Ossola e parte delle aree del Lodigiano e del Pavese.
In epoca contemporanea il termine è spesso percepito in modo più ristretto a indicare il territorio della comunità di lavoro transfrontaliera Regio Insubrica, "Euroregione" istituita nel 1995 tra le province di Varese, Como, Verbano Cusio Ossola, Lecco, Novara e il Canton Ticino, ovvero la regione dei laghi a cavallo fra la Svizzera e l'Italia dove si parla la lingua italiana e il dialetto insubre.
Come si può immaginare dalla collocazione geografica, si tratta di una zona estremamente ricca di risorse naturali: acqua, terra, valli, fiumi e monti che hanno consentito l'insediamento e lo sviluppo di comunità contadine, nelle pianure, di allevatori sulle colline e sui monti. Ne sono scaturite ricchissime tradizioni culturali, legate al mondo del cibo, della sua produzione, della sua conservazione, trasformazione e preparazione.
C'è molto da raccontare, da ritrovare, da scoprire ma anche da presentare, perchè sono tante le realtà produttive e commerciali locali che hanno scelto di recuperare quelle tradizioni e riproporle oggi, mantenendone la qualità, adattandola agli standard richiesti oggi.
Anche nel racconto dei tantissimi e bellissimi luoghi da visitare c'è la voglia di valorizzare la ricchezza di questo territorio, dove è ancora possibile vivere a contatto della natura o ammirare panorami mozzafiato.
Le storie di queste provincie, a volte finora raccontate in modo frammentato, meritano un voce unica, che ne faccia apprezzare i tratti comuni, quelli distintivi, la forza e le potenzialità.
Prodotti e produttori che vogliamo segnalarvi tra le tante proposte di un territorio ricco di eccellenze
Lo «Zincarlìn da la Val da Mücc», una variante del tipico formaggio ticinese a pasta cruda acida, ottenuto con l'aggiunta di erbe aromatiche e pepe. La sua forma è inconfondibile e ricorda quella di una tazzina capovolta.
Scopri come entrare nella vetrina dei produttori del territorio ai quali diamo visibilità ed evidenza nei nostro canali di comunicazione
Eatsubria® offre a tutte le realtà produttive, commerciali, ricettive e turistiche dell'area insubrica un "Servizio Vetrina" per offrire un canale di visibilità diffuso, qualificato, autorevole. Aderendo al servizio, il tuo prodotto o piatto tipico o la tua attività, verranno inseriti nelle "vetrine" principali del sito, con link ad una pagina dedicata con tutti gli approfondimenti e i contenuti utili a raccontare al meglio la tua storia, il tuo prodotto, la tua attività. L'adesione al servizio è completamente gratuita e non comporta alcun onere da parte tua. E' sufficiente compilare la scheda qui sotto, prendendo visione dell'informativa sulla privacy, fornendoci i dati per poterti contattare e concordare insieme le modalità di inserimento e i materiali grafici necessari alla realizzazione delle pagine.
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Crescono in doppia cifra le esportazioni di prodotti verso soprattutto Francia, Germania e Gran Bretagna
Made in Italy alimentare sempre più apprezzato all’estero: una buona notizia anche per il comprensorio della provincia di Varese, all’inizio di una stagione estiva che proietta come sempre i nostri territori e il Lago Maggiore su uno scenario internazionale.
Gli ultimi dati indicano un aumento del 13% per le esportazioni alimentari nel 2023 che fanno segnare un nuovo record dopo il massimo storico di 60,7 miliardi di euro registrato lo scorso anno grazie ai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea come vino, pasta e ortofrutta fresca che salgono sul podio delle specialità italiane più venduti all’estero.
Il dato emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al primo trimestre del 2023 durante il quale l’export alimentare è cresciuto ben più della media.
Tra i principali Paesi, ad essere cresciute di più nel 2023 – sottolinea Coldiretti Varese – sono le esportazioni alimentari in Francia, con un balzo del 21% davanti alla Germania (+16%), alla Gran Bretagna (+14%) e agli Stati Uniti (+9%). A livello complessivo la Germania resta comunque il principale mercato di sbocco dell’alimentare con un valore di 9,4 miliardi nel 2022 davanti agli Stati Uniti con 6,7 miliardi che superano di misura – evidenzia la Coldiretti – la Francia che si piazza al terzo posto 6,6 miliardi.
Risultati positivi – precisa la Coldiretti – anche nel Regno Unito con 4,2 miliardi che evidenzia come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue.
Nel mondo il campione dell’export tricolore si conferma il vino per un valore di 7,9 miliardi di euro nel 2022, secondo l’analisi della Coldiretti, grazie ad una crescita del 10% delle vendite all’estero.
Al secondo posto si piazzano la pasta e gli altri derivati dai cereali con 7,8 miliardi di euro mentre in terza posizione – continua Coldiretti – ci sono frutta e verdura fresche con 5,7 miliardi di euro di export, seguite dall’ortofrutta trasformata con 4,8 miliardi, formaggi a 4,4 miliardi di euro, l’olio extravergine di oliva a 1,8 miliardi, i salumi con 0,9 miliardi.
Un successo che è sotto attacco secondo la Coldiretti dal terrorismo salutistico su vino e salumi, delle etichette a semaforo che rischiano di penalizzare le specialità del territorio prealpino, delle nuove norme sugli imballaggi e all’estremismo green con le fattorie equiparate alle grandi industrie inquinanti, fino al divieto della pesca a strascico fino al possibile l’arrivo dei prodotti artificiali.
«Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore e per questo serve cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale ed agire sui ritardi strutturali dell’Italia sbloccando tutte le infrastrutture per migliorare i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo» ha affermato il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori.
Fonte: Redazione VareseNoi
Per l'azienda comasca produttrice di miele e caramelle è stato emesso un francobollo commemorativo
Cerimonia al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) con il ministro Adolfo Urso per la storica azienda di Ronago
Quest’anno Ambrosoli festeggia il centenario e per l’occasione il Mimit, ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha emesso un annullo filatelico dedicato riconoscendo l’azienda come un’eccellenza del sistema produttivo ed economico nel settore agroalimentare italiano.
Ambrosoli è un’azienda di Ronago leader nella produzione e commercializzazione di miele e caramelle, fondata da Giovanni Battista Ambrosoli, chimico e apicoltore, iscritta alla Camera di Commercio di Como nel 1923. Nel 1930 è iniziata la produzione delle caramelle ripiene di miele che l’hanno resa celebre.
Il francobollo è stato consegnato a Silvia Ambrosoli durante la cerimonia nel Salone degli Arazzi del Ministero, alla presenza del ministro Adolfo Urso e della sottosegretaria Fausta Bergamotto. Il francobollo ordinario appartiene alla serie tematica “le eccellenze del sistema produttivo ed economico”, dedicata ai Marchi storici di interesse nazionale del settore agroalimentare.
«Siamo onorati e grati al Ministero per questo riconoscimento in occasione del nostro centenario - ha dichiarato Alessandro Ambrosoli, presidente dell’azienda - Vorrei che questo francobollo celebrasse soprattutto le persone che hanno lavorato e lavorano in un’azienda che continua a innovare e guardare al futuro, cercando di rimanere fedele ai principi e ai valori del primo giorno».
Il fondatore, nato a Como nel 1882, aveva conseguito il diploma di chimico industriale all’Istituto Tecnico di Zurigo. Dopo un’esperienza di lavoro in campo chimico nella Svizzera Tedesca, è tornato in Italia trasferendosi a Ronago per dirigere l’azienda agricola della nonna paterna. A quel punto la sua passione per il miele lo portò sperimentarsi nell’apicoltura. Iniziò a confezionare il miele in vasetti, a etichettarli e a fare pubblicità in radio, con un rapido sviluppo dell’attività. Oggi l’azienda, dopo aver attraversato un secolo movimentato, produce il miele come alle origini, conta su un’ottantina di dipendenti e un fatturato di circa 29 milioni di euro.
Fonte: La Provincia di Como - Link all'articolo
Oltre che essere sede dell'attivissima Associazione Naturalis Insubria, nostra partner in molte iniziative, il Museo di Storia Naturale di Clivio (VA) è una preziosa risorsa culturale della nostra zona.
Il Museo nasce dallo sforzo dei volontari e dalle donazioni di privati che hanno permesso di creare e mantenere negli anni una collezione unica di reperti naturalistici del Varesotto. Inizialmente ospitato ad Induno Olona il Museo si è trasferito a Clivio quando il Comune è entrato a fare parte del sito patrimonio UNESCO del Monte San Giorgio. Da quel momento è divenuto anche Visitor Centre del sito paleontologico con un ruolo di prestigio nell’attività scientifica e divulgativa del territorio.
Il museo è sede di numerose associazioni e gruppi naturalistici che coprono nel complesso tutto lo spettro delle scienze naturali. Gli appassionati e i volontari sono indispensabili per dare vita e significato alle collezioni di reperti inanimati.
Percorso Museale
Il museo si compone di sei ambienti espositivi e due laboratori.
Paleontologia
L’ingresso del museo ci introduce anche al Visitors Centre del Monte San Giorgio, che presenta il patrimonio geo-paleontologico riconosciuto dall’UNESCO.
Troviamo nella prima sala i fossili provenienti dagli scavi sulla vicina montagna. Si tratta di pesci, rettili e altri organismi che nel periodo Triassico popolavano la regione allora sotto il livello del mare.
Un’installazione di realtà virtuale permette al visitatore di immergersi nella laguna del San Giorgio ricreata digitalmente.
Si possono osservare anche altri fossili del Varesotto, come quelli delle ammoniti di Clivio o dell’orso delle caverne del Campo dei Fiori.
Mineralogia e Speleologia
Nella sala dedicata alla geologia si osservano i campioni di minerali di origine locale ed esotica.
In un vano della parete si apre la ricostruzione di una grotta calcarea esplorata dagli speleologi.
Zoologia
L’ampia sala zoologica è dedicata alla scoperta della fauna locale. Gli animali sono presentati sulla base degli ecosistemi in cui vivono. La peculiarità della collezione è quella di comprendere degli splendidi esemplari di pesci tassidermizzati, a fianco dei più comuni mammiferi e uccelli.
La scoperta degli ecosistemi locali prosegue nella realtà virtuale che permette al visitatore di incarnare una Rana di Lataste.
Gli insetti sono rappresentati principalmente dalla magnifica collezione di farfalle locali, le cui immagini ci accompagnano al piano superiore.
Micologia e Botanica
La simbiosi tra funghi e piante è il tema di questa sala.
Il mondo dei funghi è rappresentato da ricostruzioni in gesso dipinto che rappresentano un esempio mirabile di perizia scientifica ed artigianale allo stesso tempo.
I fusti delle specie arboree locali costituiscono una xyloteca interattiva dove i campioni si lasciano toccare con mano.
Laboratorio di scienze naturali
Il laboratorio è uno spazio comune per sperimentare i fenomeni naturali, dalla chimica alla geologia alla biologia.
Alle esperienze più classiche dei calchi o degli erbari viene in aiuto la tecnologia con le attrezzature per la microscopia digitale, la realtà aumentata e la stampa 3D.
Aula Montessori
Dalla collaborazione con le scuole del Comune di Clivio nasce l’aula dedicata al metodo Montessori, dove i giovani visitatori sono liberi di sperimentare con i materiali di apprendimento.
Il Museo, al momento, è aperto a visite guidate su prenotazione contattando Naturalis Insubria.
+39 347 8252947
info@naturalisinsubria.it
Civico Museo Insubrico di Storia Naturale e Visitor Center Monte San Giorgio UNESCO
Via A. Manzoni, 21, 21050 Clivio VA
BROLO è un paese di 357 abitanti che si affaccia sul Lago d’Orta, in provincia di Verbania. È un luogo particolare perchè è... il paese dei gatti! Sono rappresentati sui tetti delle case, sulle mattonelle dei numeri civici, a decoro delle facciate, nelle piazze e in ogni strada del paese. Ma nel borgo ci sono anche gatti veri: spuntano dalle finestre delle case, dai davanzali, molti passeggiano nelle vie, sono liberi e vengono curati dagli abitanti del luogo.
Tutto ebbe inizio nel 1756 quando Brolo chiese al vicino paese di Nonio, di potersi separare dalla Parrocchia di San Biagio provvedendo a tutte le spese. I vicini, scettici, coniarono il motto: “Quand al vien parrocchia Brol, al ratt a metrà su ul friol” e cioè “quando a Brolo ci sarà la parrocchia il topo si metterà il mantello”. Ma furono smentiti dall'impegno dei "brolesi" che oltre a costruire la loro chiesa, scacciarono tutti i topi che effettivamente infestavano il paese e nel 1767 il motto divenne “È stata fatta la parrocchia a Brolo ed il ratto ha messo il mantello”. La leggenda dice a suggello dell'opera venne inchiodato sulla porta di una delle autorità di Nonio un piccolo topo con addosso un mantello a significare che i gatti, gli abitanti di Brolo, avevano cacciato i topi con il mantello, alludendo agli abitanti di Nonio. Ogni anno sono molti i visitatori che vengono in questo borgo e ancora oggi gli abitanti del paese sono orgogliosi di questa loro tradizione ed esibiscono con orgoglio il loro amore per i gatti.
Vuoi visitare il paese di Brolo, in provincia di Verbania, sul Lago d'Orta? Segui la mappa per raggiungerlo
La Ferrovia Retica è una delle linee ferroviarie più suggestive al mondo, capolavoro ingegneristico e patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2008.
È la tratta ferroviaria più alta delle Alpi, arrivando a sfiorare i 2250 metri, ed è una delle ferrovie non a cremagliera più ripide del mondo con pendenze che raggiungono anche il 7 per cento!
Il TRENINO ROSSO del BERNINA attraversa le Alpi lungo un percorso di 60 km offrendo ai viaggiatori scenari fantastici.
Salire sulle sue comode carrozze panoramiche è un’esperienza unica:permette di godere di uno spettacolo incredibile, e regala fantastiche emozioni in ogni stagione dell’anno.
Nel suo viaggio da TIRANO a St. MORITZ sia d’estate che d’inverno, il Trenino Rosso del Bernina attraversa alcuni dei paesaggi più suggestivi al mondo passando tra prati verdi e tra gli imponenti ghiacciai del Bernina, costeggiando laghi e fiumi da fiaba.
Lungo il percorso è possibile scendere dal treno e scoprire i caratteristici paesini o fare passeggiate fra le Alpi svizzere grazie a numerosi itinerari ben segnalati e risalire quindi per proseguire sino a St. Moritz o per rientrare a Tirano.
Da fare almeno una volta nella vita!
Visita il sito ufficiale del Trenino Rosso del Bernina:
https://www.rhb.ch/it/treni-panoramici/bernina-express#highlights
Per prenotare direttamente il trenino, collegati a questa pagina ufficiale:
https://shop.rhb.ch/it/catalog/product/view/id/18
Una nuova collaborazione ha preso vita tra due realtà del territorio: Controvento Trekking e I Lepontini
Controvento Trekking, realtà escursionistica che raccoglie tre Guide di Varese, è già da tempo impegnata nella valorizzazione del territorio varesino attraverso l’educazione ambientale e la divulgazione naturalistica.
I Lepontini, realtà transfrontaliera che vede luce in Canton Ticino nel 2021, ha come obiettivo l’dea di raccontare il territorio anche e soprattutto partendo dalle sue peculiarità meno note sia naturalistiche, sia storico-artistiche.
Controvento Trekking nasce nel 2016 su iniziativa di Antea Franceschin, guida ambientale escursionistica originaria di Besano nel tempo riesce a coinvolge altri colleghi guide ambientali Paolo Fumagalli e Milena Fornara, con l’intento di differenziare le proposte divulgative (dalle escursioni guidate alle attività didattiche) unendo le differenti esperienze e competenze. “Ho da sempre questa idea fissa di fare rete sul territorio” afferma la Guida, “ma un concetto di cooperazione concreto, in grado di dare davvero valore alla cittadinanza, dovrebbe manifestarsi secondo me in modo concreto attraverso eventi ed esperienze condivise”.
Francesca Vivian Salatino, presidente dell’Associazione svizzera I Lepontini rincalza: “l’intento di raccontare il territorio dove viviamo dovrebbe andare oltre i confini politici, per questo motivo abbiamo deciso di stringere la mano alle realtà professionali italiane che da anni si impegnano a raccontare il territorio insubrico sia dal punto di vista naturalistico, sia storico-culturale”.
I Lepontini vedono luce nel Mendrisiotto su iniziativa di Francesca e Luca Scaperrotta (vicepresidente e da più di dieci anni guida del Parco della Breggia), dopo aver frequentato il primo “Corso base per accompagnatori qualificati di visite guidate del patrimonio naturalistico e storico-culturale” erogato in territorio ticinese.
La partnership vuole essere più che una formale stretta di mano, la collaborazione reciproca si manifesterà concretamente per la cittadinanza nell’idea di progettare insieme un calendario di eventi transfrontalieri per il 2023, che a breve proporranno in modalità congiunta. Nella comune idea che il concetto di “territorio” vada oltre i confini politici.
Antea Franceschin di CONTROVENTO TREKKING con Francesca Vivian Salatino di I LEPONTINI
Da Castiglione Olona, appena a sud di Varese, parte la pista ciclopedonale della Valle Olona che si estende per circa 20 chilometri sino a Castellanza costeggiando l'antica Ferrovia della Valmorea e il fiume Olona. Passeggiare lungo questo facile e pianeggiante percorso è un'ottima opportunità per scoprire tante ricchezze storiche e artistiche del territorio, a partire proprio da Castiglione Olona, antico borgo ricco di testimonianze, un raro e prezioso scrigno d’arte lungo il corso del fiume Olona. L’origine di Castiglione Olona risale attorno all’anno 400 quando, secondo la leggenda, le truppe del generale romano Stilicone fondarono qui un accampamento, sui resti del quale nacque poi il borgo. Ecco perchè molti ritengono che il nome di Castiglione derivi dal latino “Castrum Legionis”. Dopo il passaggio delle truppe romane, vi fu quello dei Longobardi ed infine, attorno all’anno 1000, il territorio divenne possedimento della nobile famiglia milanese dei Castiglioni. Nel 1350 nasce Branda Castiglioni, futuro Cardinale. A lui Castiglione Olona deve la sua fama e la sua bellezza. Divenuto tra i personaggi più importanti ed influenti del suo tempo, da Cardinale decise ed attuò la trasformazione del borgo, costruendo palazzi e chiese degni di una grande città, coinvolgendo i più rinomati artisti ed architetti dell’epoca. Così il borgo divenne un esempio di piccola città rinascimentale che rispecchiava i canoni architettonici della città ideale, tanto che molti secoli più tardi Gabriele d’Annunzio definì Castiglione Olona “l’isola di Toscana il Lombardia”.
Il Castello di Frascarolo o Castello Medici di Marignano è una fortificazione sita ad Induno Olona, alle porte a nord della città di Varese, in una posizione che domina l'intersezione tra la Valganna e la Valceresio da cui si gode una vista invidiabile.
Il castello originario, di fattura molto spartana, fu forse opera dei Longobardi intorno al IX secolo.
L’originaria fisionomia difensiva del complesso si identifica nell'imponente torrione posto sul lato ovest con accesso solo dall'interno del castello. Le più visibili due torri minori poste sul lato di entrata ad est, sono frutto di una trasformazione cinquecentesca. Le prime notizie documentate del maniero risalgono al 1160, quando l'arcivescovo di Milano, Oberto da Pirovano, usò il castello contro l'avanzata dei Comaschi, che parteggiando con il Barbarossa avevano occupato Induno con l'intento di conquistare Varese. Dal XII secolo fu di proprietà della Abbazia di San Gemolo in Valganna. Nel 1511 durante la guerra tra i Cantoni Svizzeri e il Ducato di Milano il luogo venne saccheggiato e distrutto dalle truppe elvetiche. L’Abbazia nel 1543 decise quindi di venderlo alla famiglia di Gian Battista Medici marchese di Marignano, che ne iniziò la ricostruzione, rendendo la destinazione d'uso da difensiva a residenziale e ristrutturandolo con le caratteristiche tipiche delle costruzioni dell’epoca, con giardino all’italiana e portici affrescati sotto i quali passeggiò anche il giovane Carlo Borromeo, la cui madre Margherita Medici era sorella dei proprietari. Da allora il luogo è sempre rimasto di proprietà della famiglia Medici, senza più subire cambiamenti sostanziali e così lo si può ammirare ancora oggi anche se solo dall’esterno, essendo di proprietà privata, tranne nei giorni di apertura del FAI.
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