Speciale Funghi 2025

Tra storia e suggestione

Quando i funghi arrivavano in treno: storie di mercato, montagna e profumo di bosco

Tra gli anni ’50 e ’70, dalle valli dell’Insubria, i funghi di stagione arrivavano in treno nelle città.

🧺 Il tempo in cui i funghi viaggiavano in treno verso i mercati

Non c’erano davvero treni dedicati ai funghi, ma in autunno le piccole linee ferroviarie dell’Insubria profumavano di bosco: sui sedili e nei bagagliai si mescolavano persone, ceste e stagionalità. Negli anni del dopoguerra, per molte famiglie delle valli lombarde e ticinesi i funghi erano una risorsa preziosa.
Si raccoglievano all’alba e si portavano a valle a piedi, con i gerli o le ceste di vimini, fino alla stazione più vicina.
Da lì iniziava un altro viaggio: treni carichi di profumo di bosco, diretti ai mercati di Varese, Como, Lecco, Milano e Lugano. Potevano essere definiti “treni dei funghi”, convogli locali che trasportavano ogni genere di merce stagionale, ma che in autunno diventavano sinonimo di un piccolo commercio montano fatto di fiducia, conoscenza e stagionalità vera.

🌲 I mercati del sottobosco

A Canzo, Duno, Valmadrera, Casorate, ma anche a Domodossola o Luino, i funghi arrivavano così: ancora umidi di rugiada, classificati e venduti a peso. C’erano intermediari che compravano per ristoranti o botteghe milanesi, ma anche donne che portavano pochi etti “per far quadrare la settimana”.
Ogni valle aveva il suo “treno”: dalla Valganna scendevano verso Varese e Gallarate; dalla Val Vigezzo e Ossola partivano per Novara e Milano; dalla Valsassina i funghi prendevano la linea per Lecco e poi verso la Brianza.

Sai cos’è un “treno dei funghi”?

Così venivano chiamati i convogli che, tra settembre e novembre, permettevano ai raccoglitori locali di trasportare grandi quantità di porcini e altri funghi raccolti nelle valli insubriche. I viaggi iniziavano all’alba e terminavano nelle piazze dei mercati cittadini. Non esistevano convogli dedicati, ma il trasporto era talmente caratterizzato da meritarsi una definizione.

Possiamo immaginare che con il declino del piccolo commercio rurale e la chiusura di alcuni raccordi merci, quel tipo di trasporto “informale” sparì del tutto.

🔗 Link suggeriti:
Associazione Micologica Bresadola

Controllo commestibilità funghi - Regione Lombardia

🧠 Micologia e sapienza popolare

Non c’erano smartphone né app di riconoscimento: solo esperienza, rispetto e orecchio per le storie dei più anziani. I funghi si conoscevano per nome, odore e consistenza. Il “micologo” del paese era spesso un contadino che aveva imparato dai padri.
Molti di questi saperi popolari sono poi confluiti nel lavoro delle sezioni locali, come quello che svolge l’Associazione Micologica Bresadola, che a partire dagli anni ’60 ha iniziato a diffondere una cultura scientifica del riconoscimento e della tutela delle specie

Oggi non servono più i treni per portare i funghi in città. Ma serve la stessa attenzione, la stessa pazienza, la stessa meraviglia di chi, settant’anni fa, camminava all’alba con una cesta piena e il profumo del bosco addosso.